Forum della Polizia Penitenziaria

Festa della Polizia Penitenziaria 2010

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parà folgore
view post Posted on 15/5/2010, 23:32




Alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il 18 maggio 2010 a Roma all'Arco di Costantino, si svolgerà il 193° Annuale del Corpo di Polizia Penitenziaria.
La cerimonia avrà inizio alle ore 09,00 presso l'Altare della Patria a Piazza Venezia dove il Ministro della Giustizia Angelino Alfano, accompagnato dal Capo del Dipartimento Franco Ionta, deporrà una corona d'alloro al Sacello del Milite Ignoto, mentre un Reparto d'Onore della Polizia Penitenziaria sarà schierato ai piedi e lungo la scalea per rendere gli Onori ai Caduti.
Alle 11,00 la cerimonia proseguirà all'Arco di Costantino con l'arrivo del Presidente della Repubblica.
Durante la cerimonia sarà eseguito per la prima volta dalla Banda del Corpo e dal tenore Vincenzo La Scola il brano Siamo tutti figli tuoi, del M° Giuseppe Marcucci inno ufficiale del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Il Capo dello Stato consegnerà, nell'occasione, alcune onorificenze ad appartenenti al Corpo che si sono particolarmente distinti.
Nel pomeriggio, la Polizia Penitenziaria monterà la Guardia d'Onore al Palazzo del Quirinale.
 
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view post Posted on 18/5/2010, 18:49
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Complimenti ed auguri colleghi.
 
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salvy87
view post Posted on 18/5/2010, 22:25




BELLISSIMA FESTA, XRO IO NN C'ERO LI MEZZO,PECCATO
 
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parà folgore
view post Posted on 19/5/2010, 01:26




CITAZIONE (FRANCODUE @ 18/5/2010, 19:49)
Complimenti ed auguri colleghi.

hey franco, grazie! :)
 
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parà folgore
view post Posted on 19/5/2010, 01:48




Alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il 18 maggio 2010 a Roma all'Arco di Costantino, si è svolto il 193° Annuale del Corpo di Polizia Penitenziaria.
La cerimonia ha avuto inizio alle ore 09,00 presso l'Altare della Patria a Piazza Venezia dove il Ministro della Giustizia Angelino Alfano, accompagnato dal Capo del Dipartimento Franco Ionta, ha deposto una corona d'alloro al Sacello del Milite Ignoto. Il Reparto d'Onore della Polizia Penitenziaria si è schierato ai piedi e lungo la scalea per rendere gli Onori ai Caduti.
Alle 11,00 la cerimonia è proseguita all'Arco di Costantino con l'arrivo del Presidente della Repubblica.
Durante la cerimonia è stato eseguito per la prima volta dalla Banda del Corpo e dal tenore Vincenzo La Scola il brano Siamo tutti figli tuoi, del M° Giuseppe Marcucci inno ufficiale del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Il Capo dello Stato ha consegnato le onorificenze ad appartenenti al Corpo che si sono particolarmente distinti.
Nel pomeriggio, la Polizia Penitenziaria ha montato la Guardia d'Onore al Palazzo del Quirinale.
La Cerimonia è stata trasmessa in diretta televisiva su RAI TRE a partire dalle ore 11,00.

CLICCA QUI PER VISUALIZZARE LE FOTO DELL'EVENTO



RICOMPENSE IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA POLIZIA PENITENZIARIA – 18 MAGGIO 2010



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Alla memoria del Maresciallo Capo del Corpo degli Agenti di Custodia Filippo SALSONE è conferita la Medaglia d’Oro al Merito Civile, con la seguente motivazione:
“Consapevole del grave rischio personale si impegnò con coraggio e fermezza a ripristinare il rispetto delle regole e la disciplina all’interno di alcuni Istituti penitenziari, ove erano detenuti elementi di spicco delle locali cosche criminali, rimanendo quindi vittima di un vile agguato. Fulgido esempio di elevato spirito di servizio e non comune senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio”.
7 febbraio 1986 Brancaleone (RC).

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All’Assistente Capo del Corpo di Polizia Penitenziaria Luigi FOIS é conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Civile, con la seguente motivazione:
“Libero dal servizio, con grande determinazione e sprezzo del pericolo non esitava ad introdursi in un appartamento ove si era sviluppato un
incendio, riuscendo a bloccare un uomo che minacciava di dare alle fiamme l’intero edificio. Chiaro esempio di senso del dovere e di elevate
virtù civiche”.

8 aprile 2009 – Spoleto (PG).

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All’Assistente del Corpo di Polizia Penitenziaria Samuele CATALANO è conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Civile, con la seguente motivazione:
“Libero dal servizio, con generoso slancio non esitava ad introdursi all’interno di una abitazione danneggiata da un incendio, riuscendo a trarre in salvo dalle macerie la proprietaria gravemente ustionata. Chiaro esempio di non comune coraggio ed elette virtù civiche”.
26 ottobre 2008 – Canosa di Puglia (BA).

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All’Ispettore Capo del Corpo di Polizia penitenziaria Cesare PIETRANGELO è conferito l’Attestato di Pubblica Benemerenza al Merito Civile con la seguente motivazione:
“Libero dal servizio, interveniva durante un tentativo di rapina ai danni di una banca, offrendosi quale ostaggio a copertura della fuga dei malviventi e successivamente si poneva al loro inseguimento favorendone l’arresto. Chiaro esempio di umana solidarietà e di virtù civiche”.
22 maggio - Isernia.

Promozione per merito straordinario all’Agente di Polizia Penitenziaria Federico COLBERTALDO
“Appartenente al Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria, ha conquistato prestigiosi riconoscimenti sportivi, anche in ambito Europeo. Nella disciplina del Nuoto - specialità Stile libero 1.500 mt., ha dato prova di eccezionale capacità, conquistando la medaglia d’oro nel corso dei Campionati europei. Per l’altissimo valore dei risultati ottenuti, ha contribuito, ad accrescere il prestigio e dare lustro al Corpo di Polizia
Penitenziaria”.
Croazia, dicembre 2008.

Promozione per merito straordinario all’Agente Scelto di Polizia Penitenziaria Francesca QUONDAMCARLO
“Appartenente al Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre della Polizia Penitenziaria, ha conseguito prestigiosi riconoscimenti sportivi Mondiali ed Europei.
Nella disciplina della Spada – specialità a squadre - ha dato prova di eccezionale capacità, conquistando la medaglia d‘oro in occasione dei campionati mondiali di Scherma. Per l’altissimo valore dei risultati ottenuti, ha contribuito ad accrescere il prestigio e dare lustro al Corpo di Polizia
Penitenziaria”.
Antalya (Turchia), 8 ottobre 2009

Edited by parà folgore - 19/5/2010, 03:51
 
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parà folgore
view post Posted on 19/5/2010, 02:25




Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Franco Ionta, il seguente messaggio:


"In occasione del 193° anniversario della fondazione del Corpo e a venti anni dalla riforma che ne ha profondamente innovato l'assetto, desidero esprimere alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria la gratitudine e l'apprezzamento miei e della intera Nazione per l'impegno e la professionalità con i quali assolvono alle loro funzioni garantendo negli istituti la sicurezza e il rispetto della dignità e dei diritti delle persone detenute. Con sensibilità, dedizione e competenza, la Polizia Penitenziaria contribuisce in modo determinante al perseguimento delle finalità della pena delineate in Costituzione e a fronteggiare - in stretta collaborazione con tutti gli altri operatori del settore - le situazioni di disagio, sofferenza e grave rischio che la realtà del carcere comporta; anche quando - come oggi accade - le carenze di organico e il continuo aumento della popolazione detenuta rendono più complesso l'esercizio dei compiti istituzionali pur restando ineludibile l'attuazione di interventi normativi e organizzativi per il superamento delle molte criticità ormai manifeste. Il Parlamento e il Governo stanno affrontando queste esigenze di multiforme intervento: auspico che il loro impegno conduca al più presto a risultati concreti che soddisfino le attuali esigenze del sistema di gestione della pena e rendano meno oneroso il quotidiano svolgimento delle attività demandate alla Polizia Penitenziaria. Nel rendere omaggio alla memoria degli appartenenti al Corpo che hanno assolto ai propri compiti fino al sacrificio della vita, esprimo ai loro familiari sentimenti di commossa vicinanza, nel comune ricordo di tutti i caduti nell'esercizio del loro dovere, tra i quali quelli che ancora nella giornata di ieri hanno dolorosamente registrato le nostre Forze Armate impegnate in missioni internazionali di pace. A voi e ai colleghi non più in servizio rinnovo la riconoscenza di tutti i cittadini, insieme con l'apprezzamento più sentito per le vostre famiglie, che con voi hanno condiviso e condividono rischi e sacrifici".

Roma, 18 maggio 2010


Signor Presidente della Repubblica, Autorità tutte, Signore e Signori,
Il tributo di vite umane che l’Esercito italiano e l’intera nazione hanno pagato per contribuire insieme alla comunità internazionale alla costruzione della pace in Afghanistan impedisce di considerare quello di oggi un giorno di festa.
Ai due ragazzi caduti in Afganistan va il nostro commosso ricordo ed alle loro famiglie il nostro cordoglio nella certezza che, anche questa volta, i militari italiani hanno difesa la libertà, la democrazia e la pace nel mondo.
Agli altri soldati feriti vanno i nostri auguri di una pronta e completa guarigione.
Il 193° anniversario della fondazione del Corpo della Polizia Penitenziaria, coincide quest’anno con il 150° anniversario dello sbarco di Garibaldi in Sicilia, che avviò l’Unità d’Italia.
La Sua presenza Signor Presidente testimonia più di ogni altra considerazione la riconoscenza della Repubblica per il contributo che la Polizia Penitenziaria ha voluto e saputo fornire alla crescita ed alla maturazione dello Stato Unitario.
Ed è per il Suo ruolo di testimone e garante di quella unità voluta dai padri del Risorgimento che intendo esprimerLe la più sincera gratitudine per la Sua presenza, che ancora una volta manifesta la Sua personale vicinanza al Corpo.
Oggi è il giorno nel quale deve essere rivolto, innanzitutto, un meritato riconoscimento a chi - lontano dai riflettori - svolge quotidianamente un lavoro difficile e delicato.
Ed è anche un’occasione di incontro con i tanti cittadini che, tra queste mura ricche di storia, con la loro presenza sanciscono il legame di stima, simpatia ed affetto che lega il Paese alla Polizia Penitenziaria.
Un giorno per ringraziare pubblicamente tutti Voi - donne e uomini della Polizia Penitenziaria - per il vostro sacrificio, per la vostra lealtà e per la vostra professionalità che fa onore al Corpo che rappresentate e lo rende una solida Istituzione dello Stato, un presidio di legalità sul quale
fare affidamento per la sicurezza di noi tutti. Una Istituzione che cresce.
Voglio, infatti, rivolgere un caloroso saluto ai nuovi entrati nella famiglia della Polizia Penitenziaria e cioè ai 665 nuovi agenti, di cui 76 donne, che hanno preso servizio a partire dal maggio scorso ed ai 162 vicecommissari che, ultimato il tirocinio nei primi mesi dell’anno
prossimo, inizieranno il loro lavoro.
L’ordinamento affida alla polizia penitenziaria l’essenziale funzione del trattamento del detenuto, la cui finalità rieducativa è talmente importante da essere scolpita a chiare lettere nella nostra Carta Costituzionale.
E’ di fondamentale importanza che all’interno del carcere non sia consentito a nessuno di affermare, con intollerabili privilegi o sopraffazioni, il proprio rango criminale.
Il carcere non è più, e non deve assolutamente tornare ad essere, un’accademia del crimine.
All’interno degli istituti penitenziari devono essere riconosciuti i soli valori che reggono la nostra democrazia.
E’ ben noto, tuttavia, che tale controllo diventa ancora più delicato e rischioso allorquando i detenuti facciano parte di consorterie criminali di tipo mafioso, le quali - per loro stessa natura - tendono a mantenere forme di visibilità e potere anche all’interno degli istituti penitenziari.
E proprio per evitare che l’attività delinquenziale continuasse anche all’interno delle carceri, in non poche occasioni il senso dello Stato degli uomini della Polizia Penitenziaria si è spinto fino all’estremo sacrificio, quando è stato necessario frapporre alla prevaricazione mafiosa la propria integrità morale e l’adempimento del dovere.
Ed a tutti i caduti del nostro Corpo ed ai loro familiari va, anche oggi, il nostro indelebile ricordo e la nostra immutata gratitudine.
L’agente di Polizia Penitenziaria incarna il volto dello Stato, costituendo egli il primo contatto per il cittadino che incorre nei rigori della Giustizia ed in questo frangente il suo tratto garbato è sempre contraddistinto dalla profonda umanità del suo operare, affinché il cittadino, che è privato della propria libertà, mai lo sia - in nessun modo - della propria dignità.
E occorre, anche oggi, ricordare che la Costituzione ci chiama ad operare tenendo sempre a riferimento il senso di umanità della detenzione.
Ma il dovere della verità ci impone di dire che la tutela della dignità del detenuto, così come quella dell’agente di polizia penitenziaria che sovraintende alla esecuzione della pena passa, in primo luogo, per la soluzione del problema del sovraffollamento carcerario.
Sul punto devo sottolineare che nell’anno appena trascorso abbiamo registrato un’importante inversione di tendenza nel flusso di ingressi in carcere: il trend di crescita annuale rispetto al 2008 si è ridotto del 17% nel 2009 e, dato numericamente ancora più significativo, del 62% nel
2010.
Per dirla coi numeri: se nel maggio del 2009 la popolazione detenuta era cresciuta, rispetto al 2008, di 8.797 unita' e tra il 2007 ed il 2008 di 10.670 unità, la crescita complessiva tra il maggio 2009 ed oggi è di 4.051 detenuti.
La presenza di stranieri nelle strutture detentive è pari al 37% circa della popolazione carceraria, attestandosi sulle stime degli anni precedenti.
I detenuti in attesa di giudizio definitivo sono il 44% (di cui il 21% in attesa della sentenza di 1° grado); quelli già condannati con sentenza passata in giudicato il 53%; gli internati il 3% .
Presidio di diritto dentro le mura carcerarie, la Polizia Penitenziaria è costantemente impegnata al fianco delle strutture antimafia - giudiziarie e di polizia - per garantire la corretta e rigorosa applicazione del regime speciale previsto dall’art. 41 bis O.P., che contribuisce a smantellare queste consorterie, ponendo una netta separazione tra i boss detenuti e gli
affiliati ancora presenti sul territorio.
Al 9 maggio 2008, data del mio insediamento, i detenuti sottoposti al 41 bis erano 564, lo scorso anno erano 616, oggi sono 671 (di cui 668 uomini e 3 donne).
Del totale dei detenuti al carcere duro 576 appartengono ad associazioni a delinquere di stampo mafioso di vario tipo e tra questi 258 sono gli affiliati alla camorra e 209 a cosa nostra.
In questi primi cinque mesi del 2010 sono stati 35 i decreti di nuova applicazione e 124 le proroghe, e grazie alla maggiore coerenza delle norme entrate in vigore nel giugno scorso si è notevolmente abbattuto il numero dei provvedimenti applicativi del regime di cui all’art. 41 bis
annullati dai Tribunali di Sorveglianza.
A fronte dei 66 annullamenti del 2007 e dei 68 del 2008, si riscontrano 37 annullamenti nel 2009 e soltanto 6 nei primi cinque mesi del 2010.
Ma l’ambito di operatività del nostro prestigioso Corpo di polizia, da qualche tempo, non è più limitato al solo interno degli istituti penitenziari.
Mi sembra importante ricordare, in questa sede, le numerose specialità che lo rendono ricco di alte e differenziate professionalità, consentendogli di superare la dimensione di polizia del carcere per qualificarsi a pieno titolo quale organo di Polizia dell’intero sistema dell’esecuzione penale.
A tal proposito desidero ricordare:
- il Servizio di traduzione e piantonamento;
- il Gruppo Operativo Mobile che provvede alla traduzione ed alla custodia dei detenuti appartenenti alla criminalità organizzata;
- il Servizio di Multivideoconferenze;
- il Servizio Navale;
- l’Ufficio per la Sicurezza Personale e per la Vigilanza;
- il Servizio Cinofili.
Questa chiara linea di tendenza, che testimonia la versatilità professionale degli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, appare oggi destinata a rafforzarsi ulteriormente.
Con una moderna organizzazione sarà possibile conferire nuovo slancio alla funzione di polizia giudiziaria permettendo al Corpo di caratterizzarsi sempre più come moderna Forza di polizia, dotata tanto di rilevanti funzioni amministrative quanto di un sempre più efficace ruolo di
collaborazione con l’ordine giudiziario.
Nella stessa ottica si deve proseguire nella collaborazione con le altre Forze di polizia per implementare le banche dati dalle quali possono attingere informazioni, utili per eventuali indagini, tutte le Forze di polizia.
Ancora - sul piano del complessivo rinnovamento del sistema penale - assume un particolare valore l’impulso che il mio dicastero sta dando al lavoro all’interno delle carceri, nel presupposto che l’apprendimento di un mestiere durante la detenzione permetterà al detenuto di avere un futuro lavorativo dopo aver riconquistato la libertà.
Le statistiche testimoniano, infatti, che la percentuale di soggetti che torneranno a delinquere una volta scontata la pena è assai più alta tra quei detenuti che non hanno mai svolto attività lavorative in carcere.
Anche per questo è interesse dello Stato fare tutto ciò che è possibile per offrire al detenuto un’altra chance nella vita; se il detenuto continuerà a conoscere solo la strada che lo ha portato in carcere, una volta uscito tornerà a seguire la strada del crimine. Se lo Stato lo porrà di fronte ad un bivio, cioè lo aiuterà a trovare un’altra strada, quella del lavoro onesto, il
detenuto probabilmente non delinquerà più e l’Italia sarà un Paese ancora più sicuro.
Ecco perché penso che il lavoro nelle carceri rappresenti un importante contributo alla sicurezza nazionale.
Sul piano strettamente ordinamentale occorrerà perseguire con impegno l’obiettivo di una piena armonizzazione delle carriere degli appartenenti al Corpo con il modello rappresentato dalla Polizia di Stato.
Ciò con particolare riferimento alla necessità di eliminare le disarmonie costituite dal mancato allineamento dei Funzionari direttivi e degli Ispettori ai loro omologhi delle altre Forze di Polizia ad ordinamento civile.
Signor Presidente, abbiamo raccolto e raccogliamo ancora oggi l’alto monito da Lei indirizzato agli italiani in occasione del messaggio di fine anno:“E' necessario essere vicini a tutte le realtà in cui si soffre anche perché ci si sente privati di diritti elementari : penso – Lei disse a
Capodanno - ai detenuti in carceri terribilmente sovraffollate, nelle quali non si vive decentemente, si è esposti ad abusi e rischi, e di certo non ci si rieduca.”
Ebbene. Stiamo operando affinché quelle parole possano trovare concreta attuazione.
Nel periodo che va dal giugno 2008 ad oggi attraverso la ristrutturazione di padiglioni preesistenti e l’edificazione di nuovi sono stati creati 2223 nuovi posti detentivi.
Lo scorso anno in questa stessa occasione avevo dato notizia del decreto legge poi convertito nella legge 27 febbraio 2009 n°14, con cui era stato messo a punto un piano carceri per fronteggiare il sovraffollamento degli istituti penitenziari.
Il piano va avanti e - successivamente alla dichiarazione dello stato di emergenza carceraria fino a tutto il 31 dicembre 2010 - lo scorso 19 marzo il Consiglio del Ministri ha varato l’Ordinanza con cui viene data concreta attuazione alla legge 27 febbraio 2010 che ha individuato nel Capo dell’Amministrazione Penitenziaria il Commissario delegato alla
esecuzione del predetto piano conferendogli i necessari poteri.
Tale ordinanza, tra l’altro, ha l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo dei fondi già stanziati a tali fini (500 milioni di euro previsti dalla finanziaria del 2010, oltre i fondi già disponibili presso il Ministero della Giustizia).
Com’è già noto, il piano prevede la realizzazione di nuove strutture penitenziarie, nonché la riorganizzazione, l’adeguamento ed il potenziamento di strutture preesistenti.
Il piano mi è stato presentato dal Commissario Straordinario e dopo l’approvazione del Comitato di Sorveglianza potremo immediatamente partire.
Accanto alle realizzazione di nuovi posti detentivi - a corollario del piano - è prevista l’approvazione di alcune norme di accompagnamento attualmente in discussione in Parlamento.
E’ poi prevista l’assunzione straordinaria di 2000 agenti di polizia penitenziaria, reclutamento necessario a rendere funzionali e funzionanti nuovi padiglioni ed istituti.
Devo con soddisfazione evidenziare che nel quadro dell’approvazione del “Programma di Stoccolma 2010-2014 per uno spazio europeo di libertà, di sicurezza e giustizia” il Parlamento europeo - su iniziativa italiana - ha approvato nel novembre scorso una risoluzione che getta le basi per il finanziamento delle nuove carceri da parte dell’Unione Europea in quei paesi nei quali il sovraffollamento è determinato anche dalla massiccia presenza di detenuti stranieri.
L’obiettivo è, sempre, quello di ottenere il trasferimento dei detenuti nei loro paesi d’origine per l’espiazione della pena.
Sono obbiettivi ambiziosi e sono convinto che nessuno di essi potrà essere raggiunto senza la collaborazione delle donne e degli uomini del Corpo, senza la loro preziosa azione quotidiana.
La Polizia Penitenziaria è una Istituzione solida, pienamente affidabile e pronta a rispondere a queste sfide così impegnative, per garantire piena sicurezza e legalità nell’insidioso campo dell’esecuzione penale.
Sono certo che tutti Voi – donne ed uomini della Polizia Penitenziaria - affronterete queste sfide con la passione, il sacrificio e l’impegno di sempre, da protagonisti della sicurezza, con crescente onore e con l’ammirazione incondizionata delle altre Istituzioni e di tutto il
popolo italiano.
Viva la Polizia Penitenziaria! Viva l’Italia!

Min. della Giustizia,
Angelino Alfano

Signor Presidente della Repubblica
Signor Presidente del Senato
Signor Presidente della Corte Costituzionale
Signor Vice Presidente della Camera
Signor Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
Onorevole Ministro della Giustizia
Autorità
Gentili Ospiti
Ho dolore ad aprire questa celebrazione per la tragica notizia di ieri che mi ha turbato come uomo, cittadino, magistrato e capo dell’Amministrazione Penitenziaria.
Le morti del Sergente Massimiliano Ramadù e del Caporalmaggiore Luigi Pascazio in terra d’Afghanistan sono la testimonianza tangibile di quanto il nostro Paese faccia per il ripristino della pace e della legalità.
Partecipo al lutto dell’Esercito ed esprimo a nome dell’Amministrazione Penitenziaria il mio cordoglio, augurando ai feriti una pronta e completa guarigione.
E ora, mi rivolgo a voi, uomini e alle donne della Polizia Penitenziaria, che siete i protagonisti di questa giornata. Oggi è infatti il giorno in cui celebriamo il 193° anno di Fondazione del Corpo, ma il 2010 è anche l’anno in cui ricorre il ventennale della Riforma che sancì, dopo anni di attesa e di giuste rivendicazioni, un nuovo assetto giuridico che ha determinato un
cambiamento culturale e professionale in grado di incidere profondamente e sostanzialmente sul sistema penitenziario.
Il problema del sovraffollamento, già prevedibile nei mesi successivi l’indulto del 2006, ha raggiunto, nel giro di tre anni, livelli tali che hanno richiesto comprensione del fenomeno e una strategia per superare la frammentarietà dell’approccio e conseguire la stabilizzazione del sistema.
È in quest’ottica che abbiamo approntato, con il pieno appoggio del Governo e del Ministro della Giustizia, il piano di intervento a medio e lungo termine, partendo dall’analisi delle difficoltà del sistema: sovraffollamento e insufficienti organici del personale. Tre i pilastri della manovra: aumento dei posti letto, implementazione degli organici del personale di Polizia
Penitenziaria, misure deflattive della carcerazione.
La realizzazione di nuove aree detentive all’interno di istituti esistenti e la costruzione di nuovi edifici penitenziari, è pertanto un punto ineludibile per garantire il rispetto del principio di umanizzazione della pena. Ma è evidente che la realizzazione di edifici penitenziari necessita di organici adeguati in grado di fronteggiare le esigenze di sicurezza e allo stesso tempo di garantire condizioni lavorative adeguate al personale che sta facendo fronte all’emergenza con uno spirito di sacrificio di cui sono pienamente consapevole e testimone diretto.
Questi primi mesi del 2010 sono stati mesi difficili, abbiamo registrato con crescente preoccupazione i segnali di allarme provenienti dalle carceri.
Tuttavia, la vita all’interno delle carceri non è fatta solo di negatività.
Nei 206 istituti la vita quotidiana si svolge garantendo il rispetto delle regole, la realizzazione di progettualità, di attività lavorative e trattamentali, di rapporti significativi con le realtà esterne al carcere e con il volontariato, la cui presenza costituisce un importante supporto al sistema.
La dirigenza penitenziaria, la Polizia Penitenziaria, il comparto ministeri con le componenti tecnico-amministrative, tutti concorrono a far sì che il nostro sistema regga e fronteggi il difficile quotidiano. Nei miei incontri con il personale, sia attraverso visite agli istituti sia in occasione di incontri appositamente organizzati, ho sempre colto una tensione ideale e un fermo convincimento che in carcere chi lavora lo fa per scelta, anche se l’inizio della
professione può essere stato determinato dalle circostanze, così come quasi tutti gli accadimenti umani.
Mi domando: possiamo ancora considerare il carcere come opportunità di cambiamento? La mia risposta è sì, il carcere può essere opportunità di cambiamento, ed è per questo che dobbiamo agire con profondi interventi che vadano ad incidere sulle strutture, sull’adeguamento degli spazi e su organici congrui di personale, in primis di polizia penitenziaria. Le misure deflattive alla carcerazione vanno anch’esse in questa direzione, evitare il carcere in quei casi in cui l’allarme sociale è basso, sostituendo la carcerazione
con la detenzione domiciliare, ottenendo il risultato di alleggerire la presenza dei detenuti alzando il livello di sicurezza e di assistenza.
La Polizia Penitenziaria ha un ruolo centrale e determinante in questo scenario. Non voglio ricorrere a parole di elogio senza definire, seppure in maniera sintetica, quale contributo il Corpo di Polizia Penitenziaria assicuri.
Alla Polizia Penitenziaria è richiesto, in primo luogo, di garantire legalità e sicurezza negli istituti, ma va altresì garantito il soddisfacimento di bisogni primari come la corretta alimentazione, l’assistenza sanitaria, lo svolgimento di attività lavorative e trattamentali, i rapporti con la famiglia mediante colloqui e telefonate, la tutela della genitorialità, il sostegno psicologico e religioso e la prevenzione di atti di auto ed etero aggressione.
La Polizia Penitenziaria opera in ogni segmento di vita del sistema detentivo e non è più accettabile concepire ancora l’agente di Polizia Penitenziaria come l’operatore a cui è demandata l’apertura di un cancello.
E’ tutto questo che definisce la “specificità” della Polizia Penitenziaria, la cui operatività si estende ad altre attività che concorrono al concetto di sicurezza: il servizio delle traduzioni; la gestione dei reparti dove sono ristretti i detenuti sottoposti al regime 41 bis affidata agli uomini del Gruppo Operativo Mobile; il servizio cinofili; l’attività di investigazione e di
indagini giudiziarie svolte dal Nucleo Investigativo Centrale ; il servizio navale, tra le più antiche specialità del Corpo e infine il personale appartenente all’USPEV, che assicura la protezione delle persone del Ministero della Giustizia sottoposte a tutela.
All’immagine che è anche sostanza contribuiscono gli atleti del gruppo sportivo Fiamme Azzurre, un esempio luminoso di sana competitività, di spirito di sacrificio e di solidarietà reso ancora più evidente dalla creazione del primo gruppo sportivo di atleti paralimpici che hanno ottenuto brillanti risoltati alle Olimpiadi invernali di Vancouver.
I valori del Corpo di Polizia Penitenziaria vengono da lontano, sono i valori di coloro che hanno prestato servizio nell’antico Corpo degli Agenti di Custodia, ed è per questo che quest’anno, in occasione del ventennale della legge di riforma, abbiamo dedicato il volume di cui oggi vi abbiamo fatto omaggio, dove abbiamo sottolineato quell’invisibile linea di continuità tra la
storia e il presente. E alla memoria degli appartenenti al Corpo che hanno sacrificato la propria per la fedeltà a questi valori, va il nostro rispettoso riconoscimento e il senso della nostra più sentita gratitudine.
Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro. Quest’anno si sono aperte le celebrazioni per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, un Anniversario che appartiene a tutti noi e che ci rende fieri di essere Italiani.
Il mio indirizzo di saluto va a tutti i presenti, in particolare ai dirigenti sindacali che hanno accolto l’invito a presenziare a questa cerimonia, un segnale che interpretiamo e accogliamo come volontà di rinsaldare una dialettica costruttiva ed efficace per la crescita del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Saluto gli studenti dell’istituto tecnico commerciale “Da Vinci” che siedono in questa tribuna e rappresentano, simbolicamente, i nostri giovani cui dobbiamo dare un segnale di speranza per il loro futuro e per il futuro del paese, nel segno della legalità e del rispetto dei valori della Democrazia.
Ringrazio il Presidente della Repubblica per la preziosa vicinanza e per l’attenzione verso la nostra realtà, espressa con parole che ci infondono conforto e coraggio. Grazie Presidente!
In chiusura, desidero annunciare che nel corso della cerimonia sarà eseguito dalla Banda del Corpo, per la prima volta, l’Inno Ufficiale della Polizia Penitenziaria, decretato dal Ministro della Giustizia, intitolato “Siamo tutti figli tuoi” composto dal Maestro Giuseppe Marcucci e cantato dal tenore Vincenzo La Scola. Vi prego di ascoltare le parole del testo che esprimono un impegno e un’invocazione.
Viva la Polizia Penitenziaria!

Capo DAP,
Franco Ionta
 
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©LUPEN_GT©
view post Posted on 21/9/2010, 16:55




uff... :( volevo esserci anch'io...
 
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7 replies since 15/5/2010, 23:32   1230 views
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