Finalmente. Era ora che la sfortuna abbandonasse Elisa Frisoni, perché l’atleta veronese costituisce un talento troppo importante per il movimento italiano della pista e ovviamente per le Fiamme Azzurre. I primi sintomi di un pieno recupero fisico si erano già avvertiti durante il raduno in altura, svolto due mesi fa a Cali: ma dalla Colombia la nostra Elisa è tornata ancora con alcuni problemi, che ha potuto superare solo alla vigilia della seconda tappa di Coppa del Mondo, a Melbourne (20/22 novembre). L’appuntamento australiano ha riportato la campionessa della Polizia penitenziaria a quei livelli che da tempo non riusciva a raggiungere, non solo per sua colpa: un argento nel keirin, dopo una serie di volate autoritarie che l’hanno vista inchinarsi solo alla fortissima olandese Willy Kanis. Alle spalle della Frisoni, peraltro, figura il fior fiore della pista mondiale: dalla tedesca Muche all’australiana McCulloch, dall’altra olandese Hijgenaar – dominatrice su tutti i fronti nella passata stagione – alla cinese Gong Jinjie.
Un risveglio annunciato già nelle prime due apparizioni sui legni di Melbourne: ottimo il quarto posto nei 500 metri da fermo con 35”542, un tempo d’eccellenza internazionale che ora Elisa vuole confermare e abbassare per riportare il cronometro ai livelli del suo eccezionale record italiano, circa un secondo in meno. In questa prova la vittoria è andata all’immancabile Kanis (34”657), davanti alla Gong (34”676) e alla McCulloch (34”844).
E poi un approccio finalmente positivo nei confronti del torneo più classico, quello della velocità individuale: buono il tempo di qualificazione, 11”893 sui 200m lanciati (la migliore era stata ancora la Kanis, 11”389). Dopo aver ceduto alla McCulloch (poi 4^, alle spalle dell’ucraina Shulika, della tedesca Muche e dell’altra australiana Meares) nel primo turno ad eliminazione diretta, la veneta delle Fiamme Azzurre si è rifatta con una serie di volate spettacolari nel tabellone di consolazione: battuta prima la cinese Tian Fang, poi la russa Svetlana Grankovskaya, infine la rappresentante di Hong Kong, Lee Wai-Sze, per raccogliere un 9° posto che consegna tanta fiducia per il prosieguo del circuito iridato.
